Quando la nebbia e pulita gli alberi e le case, persi i pigmenti della natura o quelli dei pennelli umani, vengono incontro come oggetti privi di spessore, apparizioni lievi.
Se la nebbia si ispessisce il grigio perlaceo diventa scuro e opaco come piombo ossidato. Scompaiono anche le sagome degli oggetti conosciuti; se un viandante é straniero delle terre padane l'orientamento é bloccato dall'angoscia, si sente smarrito in una solitudine esistenziale che accentua il freddo del corpo ma soprattutto quello della ragione. Seppur non e visibile dalla sommita degli argini il fiume e sempre presente: si intuisce lo scorrere possente dell'acqua, non il fragore della cascata ne il costante ansimare della risacca. E il fiemito silenzioso della corrente che strappa frammenti di terra a monte per depositarli a valle e dei gorghi, spirali che fanno incessantemente rotolare gli uni sugli altri i granelli di sabbia. Miliardi e miliardi di particelle lucide, appuntite, sfaccettate; microscopici cristalli lontani nel tempo e nello spazio. L'alba di un giovane inverno, prima di un'indefinita alluvione. Giorni di freddo bianco. Nebbia che, si intuisce, svanira lasciando il cielo incolore e trasparente. Una barca scivola, lenta, sul filo della corrente; un uomo, avvolto nel tabarro, la guida silenziosamente muovendo appena il remo. Con un sigaro spento all'angolo della bocca dirige sicuro verso un punto invisibile, ma a lui ben noto nella luce lattiginosa. Sembra che un piano sottilissimo, translucido come un foglio di cellofane, separi l'acqua densa del fiume dall'aria acquosa che vi si appoggia e permea ogni cosa. A prua e montata una spingarda ad avancarica, bronzea testimone di un passato bellicoso: ma non sono corsari in cerca d'oro o cacciatori di balene australi. Sono due uomini di Po che vanno a caccia di anatre selvatiche. D'improwiso l'alba e lacerata da una luce vivida e istantanea che illumina un frammento di fiume, poi un tuono assordante, la barca schizza all'indietro spinta dal rinculo e dopo un frullare scomposto di ali e richiami impazziti di anitre il silenzio, di nuovo, diventa padrone del luogo.
Barcaiolo e armiere ora remano con forza per smaltire la tensione e recuperare gli animali colpiti prima che la corrente li porti lontano. La caccia é finita.