un Po di poesia

Esistono le grandi distese pianeggianti: mari d'erba dove il vento muove ritmicamente gli steli e dove il cielo si confonde in un orizzonte indefinito.
Ci sonde pianure un tempo ricche d'animali in continuo spostamento, dove improvvise nuvole scaricano imponenti quantita d'acqua per riproporre il cielo della vita.
Ci sono distese d'acqua: oceani che sembrano pianeggianti anche se le grandi onde scorrono imponenti e fiumi le cui rive sono invisibili tanto lontane tra loro.
E poi ci sono pianure piccole dove sono scomparsi (ad un occhio superficiale) i segni originari delle lontane deposizioni e delle divagazioni dei fiumi perché I'opera dell'uomo ha segnato cosi a fondo ogni luogo. II paesaggio non é, per questo, artificiale (artificio non deve essere considerato, come spesso avviene, un che di negativo) ma culturale. Racconta la storia dell'uomo, il suo rapporto con I'ambiente, lo sforzo per rendere confortevole - o almeno adeguato alle proprie esigenze - il territorio.
L'uomo non solo e intervenuto disegnando il paesaggio, lasciando tracce e segni - a volte deboli, altre profondi - ma, ha sentito e sente la necessita di descriverlo con parole, disegni, immagini.
Immagine scientifica, documentaria neila quale ogni particolare ha una funzione precisa e testimonia l'hic et nunc.
Altre volte I'immagine vuole essere allegorica e arricchirsi di segnali a volte volutamente criptici) che non servono a descrivere ciò che I'occhio vede ma per proporre, in un gioco intellettuale, una lettura legata alla cultura sia del creatore d'immagini sia dell'osservatore.
E ancora il racconto (processo verbale o definito con parole scritte) può essere descrizione tecnica come storia che propone trame e percorsi e può anche essere astratta poesia.
Alla base di tutto, però, rimangono la terra, l'acqua, il cielo, le case, la gente, i colori, i suoni, le strade, l'aria carica di umidita o rarefatta e trasparente. In una parola la pianura e il fiume che l'alimenta e rende viva. Sbaglia chi ritiene la pianura un luogo senza riferimenti, senza segnali, privo di emozioni.
Le fotografie di questo volume raccontano di un amore lungo 5 lustri (e non certamente sopito), di una ricerca capillare nel proporre e riproporre visioni che, anche se nella loro essenzialita parrebbero immagini iperrealistiche, sono in realta emozioni fissate sulla pellicola che diventa un banale supporto tecnico (e quindi triviale) per fare poesia.
Alle immagini si altemano quattro brevi interventi letterari: semplici sequenze di parole suscitate, nei quattro autori, vuoi dalla conoscenza come dalle immagini ma soprattutto dall'empatia con i luoghi e dalla sincera amicizia col creatore delle figurazioni.
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